Quasi tutte le industrie che si occupano della grande distribuzione organizzata e anche nel campo dell’agricoltura, utilizza marchi di qualità per rendere differenti i prodotti. Il marchio è fondamentale per gestire in modo strategico il prezzo, la distribuzione e la comunicazione perché si pone al centro della comunicazione dell’impresa agroalimentare in quanto gli utenti lo considerano importantissimo per scegliere i prodotti.
Segni distintivi del made in Italy
Il marchio è qualcosa che contraddistingue il prodotto o il servizio ed il logo è quello che crea l’associazione con il prodotto. In Europa esistono tantissime denominazioni protette, ma quello più usato è il Made in Italy e i marchi di qualità che fanno riferimento alle produzioni gastronomiche sono: DOP, IGP, STG, DOC, IGT DOCG. Il Regolamento CE n. 491/2009, da assegnato ai vini il marchio DOP e IGP. Vediamo quali sono i principali marchi di qualità italiani per i prodotti agroalimentari.
Doc – denominazione di origine controllata
Il marchio DOC si assegna ai vini che sono stati prodotti in zone precise che hanno piccole o medie dimensioni e la posizione geografica. Dopo la scritta Doc c’è il nome del vitigno e l’iter che c’è è molto complesso perché vengono eseguite numerose analisi chimiche e sensoriali.
Igt – indicazione geografica tipica
Si utilizza per i vini che sono stati prodotti in specifiche regioni o aree sulla base di un modello specifico di produzione e sull’etichetta ci saranno le indicazioni del colore, dei vigneti e l’anno di raccolta delle uve. I vini I.G.T. diventano D.O.C. dopo cinque anni.
Docg – denominazione di origine controllata e garantita
Docg è un marchio che si da ai vini DOC che lo sono da almeno 5 anni e sono “particolare pregio qualitativo” e sono noti a livello nazionale e internazionale. Sono vini che hanno dei controlli molto rigidi che vanno contenuti in recipienti inferiori a 5 litri e un contrassegno dello Stato che garantisce l’origine, la qualità e le etichette devono avere queste informazioni:
- Nome della regione di provenienza dei vini;
- Nome o ragione sociale dell’imbottigliatore insieme al nome del Comune e dello Stato membro dove si trova la sede dell’imbottigliatore;
- Il volume nominale in litri, centilitri o millilitri;
- Titolo alcolometrico effettivo;
- Lotto di produzione che chiarisca il vino prodotto o confezionato in condizioni identiche.