Cosa fare per aprire un ristorante?

Settore sempre più in crescendo soprattutto negli ultimi anni, la ristorazione rappresenta sicuramente il sogno (irrealizzato) di molti. Giocare di fantasia con i piatti più prelibati, creare cibi gustosi e in grado di gratificare anche i palati più esigenti, fare del lavoro un’arte è ambizione di molti. Ambizione, però, non di facile realizzazione, se non si mettono in campo capacità, competenze, impegno, passione e soprattutto molta pazienza per superare l’immensa mole di burocrazie che l’iter di apertura di un ristorante richiede.

I requisiti necessari per aprire un ristorante

Per prima cosa, sarà necessario essere in possesso di particolari competenze professionali:
Avere compiuto 18 anni;
Aver conseguito un diploma presso un istituto di scuola superiore, in cui si sono studiate materie afferenti ai settori del commercio e alla preparazione di cibi;
Esperienza biennale, anche non continuativa seppur con qualifica di dipendente, nell’ambito della ristorazione o della distribuzione dei cibi;
Aver conseguito, dopo la frequenza di uno specifico corso, la certificazione SAB, Somministrazione di Bevande e Alimenti.

Il corso è, spesso, disponibile presso le Associazioni di Categoria o enti provinciali. Il costo si aggira intorno ai 600/800 euro e, al termine del corso, si sostiene un esame di verifica delle competenze acquisite. Esso, però, non è obbligatorio, qualora si provi una pregressa esperienza nei settori della ristorazione e dell’alberghiero. Tutti i requisiti appena esposti devono essere autocertificati presso lo Sportello Unico delle Imprese, strumento di semplificazione amministrativa che ha come obiettivo armonizzare l’intero iter burocratico finalizzato alla creazione di un’impresa.

Completano le competenze sopra elencate, anche valori morali di notevole livello, poiché l’aspirante proprietario deve godere di piena onorabilità e di una reputazione assolutamente impeccabile. Infatti, l’apertura di un ristorante è assolutamente interdetta a soggetti che hanno subito condanne penali superiori ai 3 anni o abbiano la fedina compromessa da reati di notevole rilevanza. Dopo aver specificato quali sono i requisiti di cui l’aspirante ristoratore deve obbligatoriamente godere per poter procedere all’apertura di un ristorante, sarà importante conoscere anche quali sono le caratteristiche tecniche del locale destinato a tale uso.

Oltre ai requisiti richiesti dalle singole legislazioni regionali, il luogo deve essere dotato delle seguenti caratteristiche:
Manuale HACCP (dall’inglese Hazard Analysis and Critical Control Points, cioè Sistema di Analisi dei Rischi e di Controllo dei Punti Critici), che deve contenere un insieme di regole da seguire per assicurare la salubrità preventiva ed il trattamento dei cibi e delle bevande. Esso deve essere messo a punto da un professionista del settore;
Certificazioni di sicurezza sul lavoro;
Certificazioni sull’idoneità igienico – sanitaria;
Destinazione d’uso afferente al settore commerciale, seppur non sia condizione strettamente obbligatoria;
Rispetto dei vincoli paesaggistici e storici, poiché il locale deve avere un’ampiezza idonea e servizi igienici fruibili anche da persone portatrici di disabilità.

I documenti necessari per l’apertura di un ristorante

Ovviamente l’aspirante proprietario deve aprire una posizione autonoma, mediante la Partita IVA, che sarà di natura individuale qualora si svolga apra un’attività come unico soggetto, mentre assumerà caratteristica di società, nel caso in cui il ristorante preveda la presenza contemporanea di più persone. La forma più usata è generalmente la Srl semplificata, che garantisce una responsabilità limitata e protegge i componenti da alcuni obblighi. Dopo l’apertura della Partita IVA, sarà necessario:

Inoltrare al comune la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), con cui si comunica l’avviamento delle attività nel locale;
Iscriversi all’INPS e all’INAIL;
Ottenere il rilascio dei diritti SIAE, qualora nel locale si diffonda musica;
Inoltrare la Comunicazione Unica alla Camera di Commercio della provincia;
Presentare la licenza commerciale, qualora si sia affittato un locale già predisposto all’attività, rilevandolo dal precedente proprietario;
Inoltrare una comunicazione all’Agenzia delle Dogane per la vendita e la distribuzione degli alcolici;
Ottenere dal comune il permesso per l’esposizione dell’insegna commerciale;
Iscriversi al CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), a cui è necessario aderire, al fine di poter distribuire merci e prodotti imballati.

Inoltre, per poter aprire un locale efficiente ed accogliente, l’aspirante proprietario dovrà dotarsi di un buon arredamento, strumenti e attrezzature, materie prime e materiali di consumo e personale con esperienza. Al fine di poter gestire nel miglior modo possibile tutto l’iter burocratico descritto per l’apertura di un ristorante, sarà utile affidarsi ad un commercialista specializzato in assistenza fiscale nel settore della ristorazione. Aggiungendo i costi per l’arredamento e l’arruolamento del personale, l’intera procedura da portare avanti per l’apertura di un ristorante ammonta e può superare i 100.000 euro. Pertanto, potrebbe essere necessario il ricorso ad un finanziamento.

Cosa fare per aprire un ristorante?

Settore sempre più in crescendo soprattutto negli ultimi anni, la ristorazione rappresenta sicuramente il sogno (irrealizzato) di molti. Giocare di fantasia con i piatti più prelibati, creare cibi gustosi e in grado di gratificare anche i palati più esigenti, fare del lavoro un’arte è ambizione di molti. Ambizione, però, non di facile realizzazione, se non si mettono in campo capacità, competenze, impegno, passione e soprattutto molta pazienza per superare l’immensa mole di burocrazie che l’iter di apertura di un ristorante richiede.

I requisiti necessari per aprire un ristorante

Per prima cosa, sarà necessario essere in possesso di particolari competenze professionali:
Avere compiuto 18 anni;
Aver conseguito un diploma presso un istituto di scuola superiore, in cui si sono studiate materie afferenti ai settori del commercio e alla preparazione di cibi;
Esperienza biennale, anche non continuativa seppur con qualifica di dipendente, nell’ambito della ristorazione o della distribuzione dei cibi;
Aver conseguito, dopo la frequenza di uno specifico corso, la certificazione SAB, Somministrazione di Bevande e Alimenti.

Il corso è, spesso, disponibile presso le Associazioni di Categoria o enti provinciali. Il costo si aggira intorno ai 600/800 euro e, al termine del corso, si sostiene un esame di verifica delle competenze acquisite. Esso, però, non è obbligatorio, qualora si provi una pregressa esperienza nei settori della ristorazione e dell’alberghiero. Tutti i requisiti appena esposti devono essere autocertificati presso lo Sportello Unico delle Imprese, strumento di semplificazione amministrativa che ha come obiettivo armonizzare l’intero iter burocratico finalizzato alla creazione di un’impresa.

Completano le competenze sopra elencate, anche valori morali di notevole livello, poiché l’aspirante proprietario deve godere di piena onorabilità e di una reputazione assolutamente impeccabile. Infatti, l’apertura di un ristorante è assolutamente interdetta a soggetti che hanno subito condanne penali superiori ai 3 anni o abbiano la fedina compromessa da reati di notevole rilevanza. Dopo aver specificato quali sono i requisiti di cui l’aspirante ristoratore deve obbligatoriamente godere per poter procedere all’apertura di un ristorante, sarà importante conoscere anche quali sono le caratteristiche tecniche del locale destinato a tale uso.

Oltre ai requisiti richiesti dalle singole legislazioni regionali, il luogo deve essere dotato delle seguenti caratteristiche:
Manuale HACCP (dall’inglese Hazard Analysis and Critical Control Points, cioè Sistema di Analisi dei Rischi e di Controllo dei Punti Critici), che deve contenere un insieme di regole da seguire per assicurare la salubrità preventiva ed il trattamento dei cibi e delle bevande. Esso deve essere messo a punto da un professionista del settore;
Certificazioni di sicurezza sul lavoro;
Certificazioni sull’idoneità igienico – sanitaria;
Destinazione d’uso afferente al settore commerciale, seppur non sia condizione strettamente obbligatoria;
Rispetto dei vincoli paesaggistici e storici, poiché il locale deve avere un’ampiezza idonea e servizi igienici fruibili anche da persone portatrici di disabilità.

I documenti necessari per l’apertura di un ristorante

Ovviamente l’aspirante proprietario deve aprire una posizione autonoma, mediante la Partita IVA, che sarà di natura individuale qualora si svolga apra un’attività come unico soggetto, mentre assumerà caratteristica di società, nel caso in cui il ristorante preveda la presenza contemporanea di più persone. La forma più usata è generalmente la Srl semplificata, che garantisce una responsabilità limitata e protegge i componenti da alcuni obblighi. Dopo l’apertura della Partita IVA, sarà necessario:

Inoltrare al comune la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), con cui si comunica l’avviamento delle attività nel locale;
Iscriversi all’INPS e all’INAIL;
Ottenere il rilascio dei diritti SIAE, qualora nel locale si diffonda musica;
Inoltrare la Comunicazione Unica alla Camera di Commercio della provincia;
Presentare la licenza commerciale, qualora si sia affittato un locale già predisposto all’attività, rilevandolo dal precedente proprietario;
Inoltrare una comunicazione all’Agenzia delle Dogane per la vendita e la distribuzione degli alcolici;
Ottenere dal comune il permesso per l’esposizione dell’insegna commerciale;
Iscriversi al CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), a cui è necessario aderire, al fine di poter distribuire merci e prodotti imballati.

Inoltre, per poter aprire un locale efficiente ed accogliente, l’aspirante proprietario dovrà dotarsi di un buon arredamento, strumenti e attrezzature, materie prime e materiali di consumo e personale con esperienza. Al fine di poter gestire nel miglior modo possibile tutto l’iter burocratico descritto per l’apertura di un ristorante, sarà utile affidarsi ad un commercialista specializzato in assistenza fiscale nel settore della ristorazione. Aggiungendo i costi per l’arredamento e l’arruolamento del personale, l’intera procedura da portare avanti per l’apertura di un ristorante ammonta e può superare i 100.000 euro. Pertanto, potrebbe essere necessario il ricorso ad un finanziamento.

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